mercoledì 18 maggio 2011

Pronti, via!

Partiti. Il viaggio è iniziato ieri con una tappa brevissima, meglio definirla una pre-tappa: da Porto Santo Stefano a Ansedonia, tanto per risparmiarci due ore di navigazione nella lunga verso Anzio. Vogliamo fare tutto con calma, abbiamo bisogno di conoscere P'acá y p'allá, ancora un’estranea rispetto a noi due e capire le sue potenzialità e i suoi punti critici. Ora mentre scorriamo veloci lungo la costa laziale con un bel venticello di ponente da 12 nodi, penso a come è nato questo progetto. Tutto gira intorno ad una frase: Adesso Basta. Su questo titolo geniale, Simone Perotti ha scritto un libro di successo. E ci credo, l’intuizione di scrivere una semplice frase che oggi chiunque tra i 14 e gli 80 anni è in grado di condividere in quasi ogni momento della sua giornata è di per sé, al di là del valore del libro, un segno di meritato successo. L’Adesso Basta credo che lo ripetiamo tutti dentro di noi ogni giorno, qualcuno lo esplicita più spesso, qualcuno lo tiene rigorosamente chiuso dentro di sé, qualcuno lo dice tanto per dire, come intercalare, per qualcuno è più rabbioso e serve a sfogare la frustrazione di chi sa che non basta ancora, che bisogna andare avanti. Ma c’è un Adesso Basta che vale più degli altri, che è quello vero e consapevole, che è sufficiente dire anche una volta soltanto.
La scelta di mollare tutto e scendere dal tapis roulant che ci siamo costruiti addosso la si deve a se stessi in primo luogo, ma in parte minore avviene praticamente anche grazie a qualcun altro. Grazie a parenti comprensivi, grazie a amici incoraggianti, grazie a figli cresciuti. Nel mio caso, e per Giovanni di conseguenza visto che lui era da anni pronto a partire, il supplemento di aiuto al mio Adesso Basta riesco a ricondurlo solo alla meschinità di ciò che ho vissuto negli ultimi mesi dello scorso anno. E nonostante un’indomabile disprezzo non posso che tributare un grazie anche a quelle persone con cui diciamolo, se avessi avuto un po’ di buon senso, non avrei dovuto nemmeno sedermi a bere un caffè.
Una situazione banale, un datore di lavoro che non vuole rispettare il contratto, un solo modo per evitare di farlo e convincerti a rinunciare di tua spontanea volontà: il mobbing. I passi del mobbing sono gli stessi per tutti: esautoramento da ogni funzione, dapprima casuale, poi sempre più esplicito, allontanamento dagli altri, isolamento in una stanza di solito semibuia e semivuota ad aspettare che tu crolli. Lì in quelle stanze anguste e tristi dove di solito c’è una luce che non funziona o un riscaldamento guasto, tu, essere indesiderato, hai tre possibilità:
-       cadere vittima dell’ansia di uscirne e degli head hunter che si mettono le mani nei capelli e ti pronosticano tempi bui, diagnosticando una impossibilità, pressoché assoluta e indipendente dalle tue qualità, di rimetterti in piedi. “il mercato non perdona errori, né incidenti di percorso in questi tempi di crisi…”. Un suggerimento solo uscirà dalle loro labbra: légati alla sedia e non mollare per nulla al mondo.
-       Seguire pedissequamente i consigli del tuo avvocato che godrà di ogni torto ti verrà fatto perché lo vedrà come un punto a tuo favore nella causa che non vede l’ora di iniziare. Ti raccomanderà di tener duro, di mettere sempre tutto per iscritto, di non mancare mai da un posto di lavoro dove non hai più possibilità di svolgere un lavoro e ad ogni segnalazione di scorrettezza da te subita esordirà con un “Benissimo!!!” per le ragioni di cui sopra.
-       Prendere in mano le redini del gioco e sfruttare il nuovo tempo a disposizione per costruire il tuo sogno. Che di solito è un sogno di “Adesso Basta”.
Non è stato facile. Nel momento in cui abbiamo capito che Nodo alla Gola con i suoi 31.7 piedi di lunghezza non era in grado di tollerare tutta l’attrezzatura che avremmo voluto per una barca su cui vivere a lungo, è iniziata la ricerca della nuova barca. Il modello lo abbiamo individuato quasi subito, il Grand Soleil 45 disegnato da Jude&Vrolick faceva al caso nostro: 3 cabine, bel quadrato, cucina a U, cabina di prua armatoriale che a casa così bene non ci si sta. Una barca veloce e sportiva, ma anche comoda, soprattutto se ci devi vivere in due. Di usate in vendita ce ne erano una decina e le abbiamo viste quasi tutte, percorrendo in tutto ben 10.000 chilometri in auto. Possiamo dire che i rischi che abbiamo corso per cercare la barca da acquistare sono statisticamente ben superiori a quelli che corriamo oggi nei mari.
Individuata la barca, inizia la lunga procedura di accettazione da parte del leasing, difficile farsi accettare se non hai una busta paga… Che tu abbia in quel momento i soldi in contanti non gliene importa nulla, non sei affidabile se hai i soldi, lo sei solo se qualcuno dice che ne avrai abbastanza mese per mese per pagare le tue rate. Diventi affidabile con una fideiussione bancaria che la tua banca però per concederti (sui soldi tuoi che intanto accantona, sia chiaro) ha bisogno della garanzia dalla Centrale Rischi della Banca d’Italia. Mi chiedo perché la Banca d’Italia non abbia mai garantito me che da 20 anni e passa affido i miei soldi ad una Banca… 10.000 chilometri, centinaia di firme dopo, finalmente un giorno a Milano (luogo ameno per parlare di barche) entriamo in possesso delle chiavi e da lì, 1 mese e mezzo di preparativi senza soste (e di spese, ca va sans dire…). Oggi P'acá y p'allá ha in più un serbatoio delle acque nere, indispensabile in Turchia, un dissalatore, fonte di serenità nelle isole greche, 5 belle batterie nuove di zecca e tante altre piccole cose che aiutano a vivere meglio.
Sono le 15 mentre scrivo, pubblicherò quando la connessione lo permette, stiamo navigando al largo di Fiumicino e il viaggio è appena iniziato.

2 commenti:

  1. Adesso Basta lo diciamo, subito, noi che stiamo ancora sui tapis roulant che ci siamo costruiti addosso

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  2. Guy de Mauntpassant scrisse qualcosa come "il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno".

    Dunque che dire? Buon viaggio, buon sogno.

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